come nasce un gioiello naturAS

Spesso mi viene rivolta la domanda: “COME NASCE UN GIOIELLO NATURAS; A COSA TI ISPIRI?”

Nelle mie letture di questi giorni, ho ritrovato una bellissima interpretazione del LAVORO CREATIVO in Osho.

Penso che questa sia la mia risposta perfetta.

Buona lettura, con l’augurio di trovare sempre uno spunto nella quotidianità per trasformare il proprio lavoro in un atto creativo.

“Chiunque sia impegnato in un lavoro creativo può trasformare la sua attività in una meditazione. Bhagwan ne ha fatto cenno in risposta a una domanda rivoltagli da un pittore.

L’arte è meditazione; qualsiasi attività diventa una meditazione se ti ci perdi, perciò non fermarti alla tecnica. Se sei solo un tecnico la pittura non diventerà mai una meditazione: devi coinvolgerti fino alla follia, diventarne pazzo, perderti completamente, senza sapere dove vai, senza sapere cosa fai, senza sapere chi sei.

Questa condizione di smarrimento sarà meditazione: lascia che accada. Non dovresti dipingere un quadro, il dipinto dovrebbe accadere. Con questo non voglio dire che te ne devi stare con le mani in mano: cosi non accadrebbe mai. Deve fiorire attraverso di te, devi essere attivissimo, eppure non devi essere tu a farlo. Il segreto è tutto qui, questa è la chiave: devi essere attivo e tuttavia non devi far nulla.

Avvicinati al canovaccio. E per alcuni minuti siedi semplicemente in silenzio di fronte alla tela. Deve assomigliare ad una scrittura automatica: prendi in mano la penna e siedi in silenzio finché d’un tratto senti che la mano parte da sola, senza che tu abbia fatto nulla. Sai di non essere stato tu a muoverla, stavi semplicemente aspettando: sorge un impulso e la mano si muove, qualcosa inizia ad accadere.

Dovresti iniziare il tuo quadro allo stesso modo. Medita per alcuni minuti, sii semplicemente disponibile. Lascia che accada qualsiasi cosa: sfrutta tutta la tua abilità per lasciarla accadere.

Prendi il pennello e comincia: all’inizio procedi lentamente, in modo tale che il tuo io non interferisca. Procedi molto lentamente. Lascia che il soggetto inizi a fluire attraverso di te da solo, poi perditi nel quadro. Non pensare ad altro: l’arte deve esistere solo per amore dell’arte, allora è meditazione. Nessuno scopo dovrebbe interferire. E con questo non voglio dire che alla fine non venderai il tuo quadro o non lo esporrai: è giusto farlo, ma si tratta di un fatto secondario. Non è questa la motivazione. Occorre il cibo, per cui vendi il quadro, ma venderlo ti addolora, è quasi come vendere il proprio figlio: lo si deve fare, per cui va bene. Ti rattrista, ma non era questa la motivazione: non hai dipinto mirando a un guadagno. È stato venduto — questo è un altro fatto — ma la motivazione non era presente, altrimenti saresti stato solo un tecnico.

Devi perderti completamente. La tua presenza non è necessaria, devi scomparire completamente nel tuo quadro, nella tua danza, nel respiro, nel canto. Devi perderti completamente, senza più controllo, in qualsiasi cosa fai.

Oggi la scienza ha bisogno di grandi meditatori, altrimenti la terra è condannata alla rovina.”

Osho: Il libro arancione

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